Tenere a casa i propri figli: che sfida!

Due temi mi sembra riguardino maggiormente i genitori in queste ore: la richiesta di tenere a casa i propri figli e la necessità di gestire tutto il carico emotivo che è coinvolto in questa situazione.

Sono due temi intersecati, perché se si riesce a convincerli a non uscire, la casa diventa il luogo di condivisione di tutte le emozioni che stiamo vivendo. E spesso queste emozioni sono difficili da controllare, riguardano la nostra preoccupazione e ci mostrano la nostra vulnerabilità, come persone e come genitori.

Come fare allora? Un passo alla volta.

Tenere a casa i propri figli

Mi viene quasi da sorridere, pensando a tutti gli incontri svolti e al faticoso tentativo, fino a due settimane fa, che ci vedeva all’opera per cercare di far socializzare di più i ragazzi, per cercare di farli incontrare dal vivo, per spingerli a uscire di casa e a stare in gruppo.

Il gruppo e il cortile, che in tanti incontri si sono ricordati con nostalgia, ora rappresentano un pericolo. Ce lo stanno dicendo in continuazione.

Alcuni ragazzi l’hanno compreso; per altri è più difficile, perché la vedono come una limitazione troppo forte (ricordate quanto fossimo legati agli amici e al contatto alla loro età?) e senza senso. Faticano a capire che incontrarsi tra amici, magari addirittura senza avere alcun sintomo, può essere molto pericoloso. Per loro, per voi, per i nonni e per le famiglie degli amici.

Faticano a comprenderlo anche perché è un pensiero estremamente duro e spaventoso; la loro mente e loro cervello posso decidere di proteggerli, facendo percepire il pericolo lontano, proprio perché essere la fonte di un pericolo potrebbe essere troppo difficile da accettare.

E’ importante ricordate che, anche se i conflitti posso essere all’ordine del giorno, voi siete il loro pilastro.

La tecnologia, tanto discussa e osteggiata, rappresenta uno strumento fondamentale. È arrivata una situazione concreta che mostra il suo valore positivo, dopo averlo sentito dire tante volte da tanti esperti. Possiamo studiare, svagarci, sentire gli amici, collegarci con il mondo; il tutto, grazie a lei, grazie a uno smartphone o a un pc.

Mi immagino lo sguardo dei vostri figli, a cui state spiegando che non possono uscire con i loro amici, che è molto meglio che li sentano in whatsapp (quando magari sono anni che lottate con loro perché utilizzino meno questa modalità!). Potrebbero essere disorientati, dirvi che “dovete decidervi!”, dirvi che “non va mai bene niente di quello che facciamo!”.

Probabilmente non si sentiranno capiti, ma voi sapete (nonostante magari vi preoccupiate e sia difficile tenere questa linea) che state facendo la scelta giusta e più responsabile.

Quali insegnamenti possiamo scorgere in questa situazione?

Siamo persone FLESSIBILI: come esseri umani riusciamo ad adattarci ed è importante che i ragazzi siano consapevoli di questa caratteristica e la coltivino; stiamo in questi giorni creando nuove abitudini e questa è una straordinaria risorsa dell’essere umano, in particolar modo alla loro età.

Abbiamo delle ALTERNATIVE: possiamo cioè raggiungere gli stessi scopi (informarci, socializzare, divertirci) utilizzando modalità differenti. Questo punto è importante: i ragazzi spesso integrano le due modalità, sono nati integrandole, invece ora sono obbligati a sfruttarne solo una, quella “virtuale” o meglio “mediata da uno strumento tecnologico”. Quello che ipotizzo accadrà è che al termine di questo periodo il valore di incontrarsi dal vivo, il contatto fisico e la presenza avranno un significato differente per noi, ma il cambiamento sarà maggiore per i ragazzi.

Abbiamo e i ragazzi hanno l’opportunità, seppur difficile, di sperimentare LO STARE DA SOLI. Questo punto meriterà un approfondimento a sé.

Nella vita possono nascere NUOVE REGOLE e noi possiamo essere chiamati a NUOVI COMPORTAMENTI: questo è un elemento concreto e visibile di cambiamento.

I genitori in questi giorni sono chiamati a stabilire nuove regole. Ecco alcuni spunti:

  •  definitele precisamente ed evitate la vaghezza, per far sì  che non vengano fraintese;
  • non date le regole in preda alla rabbia o alla preoccupazione, ma aspettando un momento calmo;
  • cercare di ascoltarvi e date messaggi coerenti;
  • cercate di immedesimarvi in loro e comprendere le rinunce a cui sono chiamati, ricordando loro che tutti stanno rinunciano a qualcosa.

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